Renee Rose Romance

Claimed by Love

  • HOME
  • ABOUT
  • SPECIAL EDITIONS
  • SHOP BY SERIES
  • SIGNED BOOKS
  • PAPERBACKS
  • TRANSLATIONS
    • DEUTSCH
    • FRANÇAIS
    • ITALIANO
  • MERCH
  • WRITE TO RICHES

Bullo Alfa: Scena bonus – Dalla finestra

Bailey

Volai giù dal letto nel momento in cui sentii la finestra scorrere sui cardini. L’avevo lasciata aperta, come chiesto da Cole. Anche se avevamo già fatto tutto, il cuore mi batteva nel petto ed ero nervosissima.

E non per il pensiero che mia madre ci beccasse, anche se sarebbe stato imbarazzante.

No: ero nervosa già solo all’idea di rivedere Cole. Erano passate sedici ore dall’ultima volta. Da quando aveva preso la mia verginità in ogni modo possibile.

Cole scivolò attraverso la finestra con più grazia di quanta dovrebbe avere un ragazzo della sua stazza. «Ehi» sospirò. Fu appena un sussurro. Chiuse ma lasciò le tende aperte. La luna era ancora piena e inondava la stanza di una pallida luce azzurra. Era a torso nudo, non indossava nient’altro che i jeans. Niente scarpe ai piedi. Era ancora più bello ora che sapevo cosa fosse.

«Ehi» sussurrai in risposta.

Prese il mio minuscolo pigiama: una canotta e dei pantaloncini da maschio per cui ero cresciuta troppo un paio di anni fa ma che continuavo a indossare perché erano follemente morbidi e comodi. Era buio nella stanza, ma in realtà vedevo i suoi occhi cambiare colore mentre si allungava verso di me. Mi prese per la vita, sollevandomi in aria con uno sforzo apparentemente nullo.

«Hai gli occhi da lupo.» Gli toccai il viso con i polpastrelli. Pazzesco quanto il gesto sembrasse intimo.

Quel ragazzo solo poche settimane prima era intoccabile per me. Irraggiungibile. Riservatissimo e chiusissimo.

Mi portò a letto e si lasciò cadere sopra di me, scavalcandomi. «Mi sono masturbato tre volte prima di venire, in modo da non essere troppo arrapato.» Le sue labbra erano sul mio collo, la voce morbida e roca. «Sei ancora dolorante, piccola?»

«Sì» ammisi, ma non volevo che la cosa lo fermasse. «Non mi interessa» dissi.

Mi morse il collo, trascinò la bocca aperta sulla mia spalla e respirò profondamente. «Profumi come…»

«Cosa?»

Rise. «Non saprei. Qualcosa di buono. Come una calda ciambella glassata con un bicchiere di latte.»

Risi silenziosamente contro la sua spalla forte. Fece scivolare un grande palmo all’interno della mia canotta e mi prese a coppa il seno. Il cazzo – già grosso – si sollevò contro alla mia gamba.

Mi passò un pollice sul capezzolo, stuzzicandolo fino a farlo diventare un picco più stretto.

«Cole…» mormorai.

«Non urlare il mio nome stavolta, Pink.»

Giusto. Silenzio.

Mosse l’altra mano per coprirmi la bocca e mi sollevò la canotta per esporre il seno. Abbassando la testa, prese il capezzolo rigido tra le labbra.

La figa si strinse, i fianchi sbattevano contro alla sua coscia muscolosa. Mi ci mossi sopra ansimando.

Era tipo dieci volte più spinto fare sesso dovendo stare zitta. Quando la mamma è a casa e non si dovrebbe ospitare un ragazzo in camera. Ero eccitata oltre ogni immaginazione, eccitata e nervosa e tremante ovunque.

Cole Muchmore era nel mio letto!

Nel mio letto.

Sembrava impossibile, eppure eccolo; il suo pulito profumo di sapone mi salì nelle narici, i muscoli duri si muovevano su di me.

Mi si avvicinò e mi fece scivolare la mano tra le gambe, rimuovendomi l’altra dalla bocca.

Strinsi le cosce attorno a essa, ansimando per lo shock della sensazione. Mi prese con la mano a coppa, e il calore delle sue dita trasformò tutto in liquido bollente.

«Vuoi che metta la bocca qui?» sussurrò.

Scossi la testa, temendo che fosse troppo. «Urlerò» gli dissi.

Il suo sorriso fu feroce. «Niente urla, Pink.» Prese entrambe le mie mani e le incrociò sulla bocca come la scimmietta di “non parlo”. «Stai zitta» sillabò, poi si abbassò.

Rabbrividii mentre mi tirava giù i pantaloncini del pigiama. Non avevo le mutandine sotto.

Cole si tirò indietro come se avesse visto un serpente, coprendosi la bocca con la mano. I suoi occhi brillavano di pura ambra.

Tesi le dita verso il basso per toccarmi la figa. «Ti piace?» Sussurrai. Oggi mi ero rasata per lui, avevo rasato tutto a nudo.

La sua mano tremò leggermente mentre la abbassava dalla bocca e allungava il pollice ad accarezzarmi la fessura. «L’hai fatto per me?» Fu più di un sussurro. Un suono rauco, silenzioso, soffocato.

Annuii, gli occhi fissi sui suoi. Le mie mani erano ancora incollate alla bocca. Adoravo vedere l’effetto che avevo su di lui. Adoravo guardarlo lottare per il controllo.

Scosse la testa, con finto avvertimento scritto su tutto il viso. Ecco il Cole che faceva impazzire i tifosi di football. «Ti farò venire fortissimo, piccola.» Lo disse come se fosse una punizione.

Un brivido gigante mi attraversò. O era un mini-orgasmo? Non ne avevo davvero la più pallida idea. Tutto quello che sapevo era che stavo tremando fino alle dita dei piedi, di calore e di un prurito che mi faceva roteare i fianchi sul letto.

Cole mi mise le mani sotto le ginocchia e le spinse verso le mie spalle. Contrastai la sua presa, imbarazzata da quanto fossi esposta nella posizione. Certo, non potevo scappare, ma mica l’avrei voluto davvero. Cole mi diede una lunga leccata, dall’ano al clitoride. Tremai e mi dimenai. Continuò, aprendomi le labbra inferiori con la lingua, tracciandone l’interno. Ne fece scorrere la punta sul clitoride, poi mi penetrò con essa.

Per tutto il tempo la mia pancia tremò a ogni respiro. Ero pronta a bruciare. Strinsi ancora di più le dita sulla bocca.

Cole iniziò a succhiare laggiù. Il clitoride, immagino. Non lo so. Tutto quello che sapevo era che volevo di più. Ne avevo bisogno. Stavo impazzendo alla disperata ricerca di qualcosa di più.

Cole alzò la testa, le labbra lucide dei miei succhi. Mi spinse una delle mani sulla bocca, così mi prese naso e narici. «Trattieni il respiro.»

Trattenere il respiro?

Ah sì. C’era chi praticava lo strangolamento durante l’orgasmo. Era quello che voleva? Mi coprii le narici insieme alla bocca, trattenendo il respiro.

Dopo cinque secondi, le sensazioni erano incredibilmente buone. Esagerate. Troppe. Cole mi mise due dita dentro e iniziò a pompare. Io esplosi. Tirai via le mani dalla bocca e respirai affannosamente mentre i miei occhi roteavano indietro nella testa e il corpo aveva le convulsioni nel più grande orgasmo che avessi mai avuto.

Durò per sempre. O un minuto. Non ne ero sicura. Tutto quello che sapevo era che stavo ancora tremando e piagnucolando quando Cole mi tirò indietro al centro del letto e mi bloccò le mani accanto alla testa. Mi baciò – un bacio caldo a bocca aperta che sapeva dei miei succhi.

Un altro tremore mi attraversò. Uno post-shock. Ero molle come una bambola di pezza. Non sapevo come fossi riuscita a non urlare a pieni polmoni, perché mi sentivo come se avessi quasi perso la testa.

«Ho bisogno di scoparti, Bailey. Ti prego, dimmi che posso fotterti.»

Adoravo vedere Cole così distrutto. Oltre il bisogno.

«Sì» sussurrai.

Scivolò giù dal letto per togliersi i jeans, strappando un preservativo dalla tasca posteriore prima di lasciarli cadere a terra. Aprì di scatto la confezione di alluminio e si mise rapidamente il preservativo. «Dimmi se gli occhi diventano di nuovo da lupo, ok?» sussurrò, srotolando il preservativo.

Lo fissai, ancora poco abituata alla vista di un ragazzo nudo. Soprattutto di uno così stravagante e bello come Cole. «Perché?» sussurrai in risposta.

«Non voglio perdere il controllo. Sai, l’attrazione lunare è ancora forte.» Lanciò uno sguardo indietro, verso la finestra.

In realtà non lo sapevo, ma ne ero affascinata. Lo archiviai come un’informazione da approfondire in seguito. Quando il mio cervello avrebbe ripreso a funzionare. E quando non avrei avuto un enorme ragazzo lupo a strisciarmi sopra.

«Stavolta voglio vederti la faccia.»

Ah sì. Perché la sera prima mi aveva strappato la verginità da dietro, ragazzo pervertito che non era altro…

Cole strofinò la cappella sulla mia figa liscia. I tessuti erano ancora morbidi, ma era anche bellissimo. Giustissimo. Sollevai il bacino per invitarlo a entrare. Mi fece scivolare il pollice in bocca nello stesso momento in cui mi trafisse, soffocando il mio grido.

Sobbalzai e lui si fermò immediatamente. «Va tutto bene, Pink? Troppo dolorante?» Mi tolse il pollice dalla bocca così che potessi rispondere.

Scossi la testa. «Non fermarti» sussurrai con voce roca.

Chiuse gli occhi in quello che sembrò essere sollievo e indietreggiò, poi si spinse di nuovo dentro. «Pink, sei come una fottuta droga.» Riaprì gli occhi e mi guardò. «Dal giorno in cui ti sei trasferita, avrei voluto mettermi tra queste tue gambe pallide.» Si sollevò sotto le mie ginocchia, sollevandomi le gambe in aria. La posizione gli permetteva di andare più in profondità e mi dimenticai delle fitte di dolore, del piacere che mi portava via.

«Avresti potuto ingannarmi» riuscii a dire, anche se la mia capacità di concentrazione stava diminuendo.

Cominciò a scoparmi più forte. «Sì, mi hai fatto incazzare. Non avevo voglia di avere un’erezione ogni volta che ti vedevo saltellartene in giro con quei miniabiti.»

Feci una risatina. «Non me ne vanto mica.»

Spinsi più forte, tenendomi le gambe per impedirmi di scivolare via. «Ti farò impazzire, Bails. Ti scoperò così bene che dimenticherai come si cammina.»

Gli credevo.

Era solo la mia seconda volta, ma stavo già scendendo da un orgasmo e stavo per raggiungere il prossimo. Non avevo idea che il sesso fosse così bello.

I suoi occhi assunsero un bagliore giallo.

«Vedo il tuo lupo» sussurrai.

«Non posso farci niente» sussurrò di rimando a denti stretti, stringendo le dita intorno alle mie gambe con forza livida. Mi sbatté così a fondo che avrei giurato che mi avrebbe aperta in due. Temevo che il suono delle nostre carni che sbatteva insieme avrebbe svegliato mia madre. I suoi espiri erano aspri e irregolari.

Stavo già iniziando a stringere intorno al cazzo.

«Esatto, Pink. Vieni su tutto il mio cazzo. Vieni adesso.»

Non so se era perché l’aveva detto. Non credo fosse così – stavo già per venire, ma all’improvviso stavo volando, i miei muscoli si contrassero, le mie ginocchia si strinsero intorno al suo busto, il mio culo si sollevò in aria per prenderlo in profondità quanto più potevo.

Scosse la testa avanti e indietro, gli occhi stretti, i denti scoperti. Nessun suono gli uscì dalla gola oltre al respiro aspro di un atleta che tagliava il traguardo. Spinse in profondità e rimase lì.

Gridai, ma lui mi soffocò la bocca con la sua, inghiottendo i suoni. Il bacio fu ruvido e crudele, come era sempre stato tra noi. Mi divertivo. Non smetteva di baciarmi. Andò avanti e avanti mentre si sistemava nello spazio tra le mie gambe; la sua spessa virilità pulsava dentro di me, spingendo di tanto in tanto più in profondità e ritirandosi.

«Cole…» gemetti quando finalmente si alzò per prendere aria. Fu una sillaba rotta, perché mi aveva spezzata.

Nel miglior modo possibile. Ero disossata. Di gomma. Molle come una bambola di pezza. E così calda e sazia… Gli misi le braccia intorno al collo desiderando di trascinarlo giù perché dormisse con me.

«Piccola, se mi sdraio con te mi addormento e poi tua madre domattina mi trova qui e chiama la polizia.» Mi morse il collo. «Non voglio andarmene, ma è meglio che lo faccia.»

Il mio vicino ribelle della porta accanto era in realtà molto più responsabile di quanto non desse a intendere.

«Ok.»

Si sfilò il preservativo. «Ti voglio ogni notte» disse.

«Esigente» osservai.

«Lasciami la finestra aperta, Pink.» Un ordine, proprio come quello della partita di football.

Non risposi, guardandolo lottare per capire cosa farne del preservativo usato.

«Avvolgilo in un kleenex e gettalo nella spazzatura» gli dissi. Mi sorrise e lo fece, poi si infilò i jeans.

«Spero di non averti tenuta troppo sveglia.» Si avvicinò e mi baciò sulle labbra – come un fidanzato, non brutale. Ma poi mi morse il labbro inferiore e io cancellai l’osservazione. «A domani, Pink.»

Spalancò la finestra e volteggiò con assoluta facilità. «Lascia le tende aperte» ordinò. «Voglio vederti dormire.»

Non era una cosa per cui sciogliersi, ma lo feci. Totalmente.

Cole Muchmore aveva cambiato la mia vita in un fine settimana. Non sarei stata mai e poi mai più la stessa.

bsabold

  • Facebook
  • Instagram
  • Pinterest
  • X
  • Amazon

bsabold

Newsletter signup

Sign up to receive my new release newsletter and download Theirs to Punish and 5 other books for FREE!

Please wait...

Thank you for sign up!

© Copyright 2025 RENEE ROSE®
Wilrose Dream Ventures, LLC
USA Today Bestselling Author